Attività diretta a determinare le cause dei fenomeni calamitosi, a individuare i rischi e a delimitare il territorio interessato dal rischio.
Ciò avviene attraverso l’analisi dei fenomeni pregressi, l’individuazione di nuovi scenari con riferimento all’attuale assetto urbanistico, e la successiva elaborazione di cartografie tematiche.
Quotidianamente i tecnici svolgono attività operative, quali sopralluoghi e verifiche sul territorio, atte ad identificare i possibili rischi, cui conseguono l'adozione di provvedimenti anche a carattere contingibile e urgente.
Tra i piani di settore, i fondamentali in uso sono:
-PAI - Piano di Assetto Idrogeologico, il principale strumento di pianificazione nell’ambito del rischio idraulico e idrogeologico;
-IFFI - Inventario dei Fenomeni Franosi in Italia, attraverso cui sono state censite quasi 500.000 frane che interessano circa il 7% del territorio nazionale;
-PTA - Piano di Tutela delle Acque, strumento di pianificazione contenente l'insieme delle misure necessarie alla tutela qualitativa e quantitativa dei sistemi idrici, a scala regionale e di bacino idrografico.
Nel nostro territorio è stato effettuato uno studio specifico di microzonazione sismica per poter individuare le proprietà e le caratteristiche fisico-geologiche specifiche, tramite le quali è possibile determinare la risposta locale a sollecitazioni telluriche. Uno studio più approfondito è stato realizzato per la città di Perugia (per approfondimenti consultare i link in fondo alla pagina).
La gestione del sistema di allerta nazionale è assicurata dal Dipartimento della Protezione Civile e dalla Regione Umbria attraverso la rete dei Centri Funzionali, delle strutture regionali e dei Centri di Competenza. Il Comune di Perugia lavora a stretto contatto con il Centro Funzionale della Regione Umbria, che effettua regolarmente il monitoraggio meteo pubblicando quotidianamente sul proprio sito i bollettini meteo e le allerte.
Essenziale, per l’attivazione della macchina di Protezione Civile, è la definizione di un sistema di allertamento e sorveglianza formato da un’efficiente strumentazione e di una rete di monitoraggio estesa su tutto il territorio; si pensi ai pluviometri e agli idrometri, ai rilevatori di umidità, alle immagini satellitari, ai radar meteorologici, ai modelli idraulici, etc. Tali macchine di rilevamento consentono di formulare “soglie-limite” di osservazione, tramite le quali è possibile individuare tempestivamente le aree del territorio più esposte. Unendo tali dati a quelli relativi all’analisi dei fenomeni precursori e delle previsioni meteo, i tecnici sono in grado di seguire l’evoluzione degli eventi calamitosi di tipo idraulico e idrogeologico anche prima che questi si verifichino, prefigurando uno scenario dinamico e ottenendo così un’ipotetica stima dei danni.
Inoltre il Comune vuole essere il principale punto di riferimento per il cittadino e per questo svolge molteplici attività che vanno dalle manifestazioni di sensibilizzazione e la diffusione di materiale informativo alla costante e aggiornata presenza sui Social Network.