Le tombe ipogee rinvenute a più riprese già a partire dall’800, fanno parte di una grande necropoli utilizzata tra il II e il I secolo a.C.Il nucleo maggiore visitabile è conservato al di sotto del complesso abitativo e commerciale. Il passaggio dalla civiltà etrusca a quella romana è attestato dal mutamento linguistico delle iscrizioni funerarie: in etrusco le più antiche, in latino le più recenti.L’ubicazione nei pressi delle cave di S. Sabina, fa supporre la pertinenza ad un nucleo abitativo di operai ed artigiani addetti alla lavorazione del travertino, del quale resta un’ampia necropoli con più di 75 tombe a camera scavate nel terreno. Si accedeva alla sepoltura tramite un corridoio (dromos/vestibolo), il cui accesso era chiuso da una lastra in travertino. Il soffitto a doppio spiovente in molti casi risulta franato, a causa dei lavori eseguiti al di sopra della necropoli. All’interno delle celle sepolcrali vi erano le urne cinerarie e corredi che testimoniano una condizione sociale medio bassa dei defunti.