Nella necropoli ha predominato il rito inumatorio, ma è attestato anche quello incineratorio, che ha restituito numerose urnette in travertino. E’ visitabile una delle tombe a camera ipogee, della fine IV-III sec. a.C., con lastrone di arenaria davanti all’ingresso, rinvenuta durante gli scavi nei primi anni del ‘900.In età medievale, nell’area della necropoli, vi era un monastero di Benedettine, soppresso in età napoleonica, poi trasformato in abitazione privata. Al di sotto della porta di ingresso si legge ancora la scritta in latino “Spera in Deo 1696”, da cui il toponimo odierno.Dalla necropoli provengono anche cippi funerari e materiali ceramici, in bronzo e in ferro, conservati presso il Museo Archeologico Nazionale dell’Umbria, il Museo Archeologico di Firenze e il British Museum di Londra. In quello di Perugia è visibile un pregevole sarcofago in pietra databile al VI sec. a.C., decorato con scene a bassorilievo. Mentre, è conservato al Museo Archeologico di Firenze un sarcofago di arenaria che conteneva un ricco corredo funerario femminile, tra cui un prezioso diadema e orecchini.