La Cappella, risalente al XV secolo, è attigua all’attuale chiesa e al convento occupati dai Camaldolesi fin dal XII secolo.
Collocata nel Rione di Porta Sole, è ciò che rimane della chiesa cinquecentesca, ricostruita e ampliata nel Settecento.
Al suo interno si conserva l’affresco eseguito da Raffaello Sanzio, commissionato dai monaci camaldolesi e realizzato tra il 1505 e il 1508, la cui parte superiore raffigura la Trinità, circondata da angeli e cherubini e affiancata da santi dell’ordine camaldolese e benedettino. Chiamato a Roma da Papa Giulio II per realizzare le Stanze Vaticane, Raffaello non porterà mai a termine l’opera a causa della prematura morte, avvenuta nel 1520. Al suo posto, l’ordine camaldolese chiamerà Pietro Vannucci, detto Perugino, che la concluderà con l’aggiunta di una teoria di Santi nel registro inferiore.
Al centro dell’affresco è collocata una Madonna con Bambino in terracotta policroma attribuita a Leonardo Del Tasso, che riprende lo stile della scuola fiorentina. L’affresco di San Severo è il dialogo attraverso il tempo tra due dei maggiori esponenti del Rinascimento italiano, nel quale la grazia del Vannucci convive con la potenza espressiva del giovane Raffaello che, proprio in quegli anni, approdava a un realismo e a una corporalità capace di coniugare il racconto sacro con una nuova sensibilità, sintesi perfetta dell’umanesimo-rinascimentale. Si tratta dell’ultima opera realizzata nel capoluogo umbro da Perugino, che sarebbe morto di lì a due anni, nonché dell’unica rimasta in città eseguita da Raffaello.