Come le altre porte etrusche, conserva gli stipiti originali in travertino, mentre l’arco ogivale è del XIII sec.
Sul lato destro della facciata esterna, sono rimaste tracce dell’originaria struttura realizzata a tutto sesto. L’arco è chiamato anche Porta Sole, come l’antica porta distrutta, oltre che Arco dei Montesperelli, dalla nobile famiglia che risiedeva nelle vicinanze.
Qui transitava il decumano della città etrusco-romana, che si congiungeva ad ovest con la Porta Trasimena, divenuto in seguito una delle cinque vie regali che dalla Piazza Grande muoveva verso il Contado di Porta Sole.
Dal 1535 all’arco venne attribuito l’appellativo “del Giglio”, a seguito della visita di papa Paolo III Farnese, che vi fece apporre lo stemma di famiglia con effigiato un giglio.