Contenuto inserito il: 14-06-2022 Aggiornato al: 17-06-2022

Severini Luigi

Perugia, 1913-1954



Fu magistrato e azionista.

Dal 1938 si avvicina agli ambienti politici a causa della sua avversione per le leggi razziali, per diventare negli anni successivi uno dei massimi dirigenti perugini del Partito d’Azione.
Nel 1940 combatté come ufficiale d’artiglieria sul fronte francese.

Successivamente alla proclamazione dell’armistizio passò in clandestinità con Fernando Rosi Cappellani, Alberto Apponi e Aldo Capitini e la sua abitazione di Miralduolo (Torgiano) diventò il punto di riferimento dell’azionismo perugino.

Riconosciuto partigiano combattente dall’apposita commissione regionale costituita nel dopoguerra e membro del Comitato di Liberazione Nazionale (CLN) e della sua giunta militare, venne sanzionato dal tribunale straordinario provinciale con un mandato di cattura e pena di morte.
Nel 1944 il CLN provinciale di Perugia lo designò delegato provinciale dell’Alto Commissario per l’Epurazione, ma si dimise pochi anni dopo a causa di omertà, favoritismi e vendette che vennero spesso tentati in quell’ambiente. Ritornò quindi a una vita professionale più appartata.

Morì nel 1954 a Perugia.

La lapide presso il Cimitero Monumentale di Perugia lo ricorda con queste parole: “Vivido ingegno/ ad ogni aspetto della vita aperto/ alla libertà dedito/ alla giustizia al progresso/ magistrato valente/ agricoltore appassionato/ lo strappò inesorabile la morte/ alle promesse dei suoi giovani anni/ alla mamma alla sposa/ ai figli tenerissimi.”

foto: 
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