Contenuto inserito il: 14-06-2022 Aggiornato al: 27-02-2023

Fuso Brajo e Fuso Bettina

Fuso Brajo
Perugia, 1899 – 1980


Dopo gli studi presso il Liceo Mariotti, nel 1917 venne mandato a combattere nella prima guerra mondiale nel Carso col ruolo di tenente.
Si iscrisse alla facoltà di medicina e chirurgia, specializzandosi in odontoiatria nel 1926 e nell’anno seguente aprì uno studio dentistico nel centro di Perugia. Fu questo il luogo in cui venne utilizzato per la prima volta il “riunito”, una sedia da dentista di sua invenzione.
Nel 1929 sposò Elisabetta Rampielli (detta Bettina), pittrice bolognese che lo avvicinerà al mondo dell’arte.
Nel 1940 fu richiamato per combattere nella seconda guerra mondiale. Venne inviato come capitano medico in Albania, dove venne ferito gravemente e fu costretto a rimanere fermo per molti mesi. Dopo essere tornato a Perugia, venne spinto dalla moglie a dedicarsi alla pittura e nel 1946 ebbe luogo a Roma la sua prima mostra personale.
Nel 1949 espone per la prima volta la sua produzione di ceramiche alla Sala della Leva a Perugia.
Nel 1960, insieme a Bettina, diede vita presso Montemalbe (Pg) a un complesso architettonico che custodisce le sue opere artistiche, ovvero il Fuseum, il cui nome deriva dalla combinazione del cognome dell’artista e della parola “museum”. Sperimentò sempre più con ogni tipo di materiale, al punto che la sua arte venne definita Débris Art o Arte del Rottame dal critico d’arte Giulio Carlo Argan.

Bibliografia:
R. Zuccherini, Il Cimitero Monumentale di Perugia, ali&no editrice, Perugia, 2012.
Sitografia:
https://www.fuseum.eu/brajo-fuso-biografia/
Foto:
Wikipedia


Rampielli Elisabetta
Bologna, 1898 – Perugia, 1985


Passati i primi quattro anni di vita nella sua città natale, Rampielli crebbe nella città di Perugia. Dopo essersi sposata con Brajo Fuso, si iscrisse all’Accademia di Belle Arti e fu allieva di Arturo Checchi, ma abbandonò gli studi non molto dopo. Cominciò quindi a sperimentare la sua arte in maniera autonoma, dedicandosi principalmente a dipinti raffiguranti ritratti e paesaggi (da segnalare la serie Tetti). Espose in varie città d’Italia e a Parigi, iniziando a essere apprezzata dal circolo artistico dell’epoca e ricevendo diversi riconoscimenti.
L‘abitazione dei coniugi Fuso presso palazzo Cesaroni si trasformò negli anni cinquanta in un vivacissimo ambiente culturale, frequentato tra gli altri da Renato Guttuso (che dipinse un ritratto della donna), Alberto Moravia (che scrisse a Perugia parti del suo primo romanzo Gli Indifferenti), Giulio Carlo Argan, Alberto Burri, Gerardo Dottori e Giuseppe Ungaretti.
Negli anni sessanta Elisabetta Rampielli mise da parte la pittura per dedicarsi interamente alla realizzazione del museo a cielo aperto Fuseum. Tra le varie aree qui presenti c’è anche la Sala Bettina, uno spazio espositivo interamente dedicato alle opere di Rampielli.


Nei pressi del museo ci sono due vie di campagna intitolate all’uno e all’altra: via Brajo e via Bettina.

Sitografia:
https://www.fuseum.eu/bettina-fuso/

https://archive.ph/20160810143719/http://www.toponomasticafemminile.com/index.php#selection-1661.149-1661.184
https://it.wikipedia.org/wiki/Elisabetta_Rampielli
https://www.fuseum.eu/eventi-bettina-e-brajo-mostra-palazzo-penna/
Foto:
https://www.fuseum.eu