Contenuto inserito il: 14-06-2022 Aggiornato al: 17-06-2022

Mancini Romeo

Perugia, 1917-2003



Mancini frequentò l’Istituto d’Arte per poi iscriversi all’Accademia di Belle Arti di Perugia dove seguì i corsi di pittura e scultura. Fece parte della resistenza sulle montagne umbre come partigiano.

Nel 1947 eseguì un grande affresco nella fabbrica Spagnoli che è però andato distrutto.

Successivamente si recò in Francia dove ebbe modo di conoscere l’opera di Pignon.

Tornato dal viaggio in Francia, si stabilì a Roma presso Villa Massimo, che divenne luogo di ritrovo per gli artisti della capitale.

Sebbene il suo stile orbiti tra astrattismo e realismo in una difficile collocazione artistica, la sua opera risulta essere incentrata da sempre sulla rappresentazione dell’uomo e del lavoro. Questo suo interesse trova significativo riscontro nelle opere ritraenti i minatori di Bastardo e i pescatori di frodo conosciuti nelle valli di Comacchio, i quali furono uno dei suoi soggetti principali.

Nel 1956, quando Villa Massimo venne restituita alla Germania, tornò a Perugia dove gli venne affidata la cattedra di scultura all’Accademia di Belle Arti.

Vi insegnò per più di venti anni diventandone il Direttore nel 1973.

Nel 1961 realizzò una mostra personale al Palazzo Comunale di Perugia e due anni dopo espose in diverse località degli Stati Uniti.

Morì all’età di 86 anni nella sua città.

foto: Wikipedia