Contenuto inserito il: 14-06-2022 Aggiornato al: 17-06-2022

Grecchi Mario

Milano,1926 – Perugia,1944



Mario Grecchi nasce a Milano il 30 settembre 1926.
Il padre era un colonnello dell’esercito e la madre, Maria Binucci, era nativa di Perugia.

Mario aveva anche un fratello più piccolo di nome Francesco, morto annegato nel Lago Trasimeno il 18 giugno 1947 e sepolto nel medesimo sepolcro del fratello la cui lapide riporta la seguente epigrafe: “A diciotto anni saldo e puro lieto fra i compagni rise per l’ultima volta al sole Francesco Grecchi travolto nell’insidia del Trasimeno”.

Mario frequentò le classi ginnasiali con i compagni Rino Orfei e Augusto del Buon Tromboni.

Terminato il ginnasio si iscrisse all’Accademia Militare Teuliè di Milano come allievo del Corso Platone mostrando sin da subito una predilezione per la carriera militare.
In una lettera scritta alla famiglia nel marzo 1943 disse: “ ..la vita militare è il mio sogno..ed io sinceramente spero che, a poco a poco, la maggior parte delle nostre azioni abbia come fine la scuola preparatoria per la nostra vita di domani, che ci dovrà accogliere già consci dei nostri doveri…”.

Dopo il periodo di ferma obbligatoria divenne istruttore militare e successivamente si trasferì a Perugia dove si era trasferita la famiglia tra la fine del 1939 e l’inizio del 1940.

Mario era un convinto antifascista e aveva un forte senso del dovere, di integrità morale, di libertà e di giustizia che lo portarono ad arruolarsi nelle brigate partigiane in seguito all’armistizio dell’8 settembre 1943.
Difatti il 19 febbraio 1944 abbandonò la sua casa di via dell’Aquilone a Perugia e raggiunse insieme a quattro compagni Torre Burchio presso Bettona dove si trovava la sede del comando della Brigata Leoni fondata da Alberto Del Buon Tromboni , padre dell’amico Augusto.

Tra le colline di Deruta, dalle parti di Castelleone operavano due brigate partigiane, la brigata Francesco Innamorati e la Brigata Leoni il cui comando fu affidato a Mario Grecchi e Augusto Del Buon Tromboni e la zona scelta come base fu quella di Torrebuchio.

Il territorio controllato dalla brigata Leoni fu chiamato da Mario “Italia libera”. La prima operazione della brigata si svolse presso Casalina e andò a buon fine grazie alle capacità organizzative di Grecchi.
Le operazioni si susseguirono con regolarità ed erano sempre più rischiose per la massiccia presenza di tedeschi in quell’area.

Il 6 marzo 1944 i tedeschi iniziarono a bombardare le zone di Schiacceto e Deruta dove era presente la resistenza partigiana delle brigate Innamorati e Leoni.
In questa occasione Grecchi venne ferito presso l’avamposto di Schiacceto da 12 pallottole insieme agli altri compagni. Alla fine del combattimento vennero catturati dai tedeschi 8 partigiani, ricordati insieme a Mario Grecchi nella lapide commemorativa che si trova nei pressi del Poligono di Tiro in Borgo XX Giugno a Perugia.

Dopo la cattura Grecchi fu portato all’ospedale di Città di Castello e poi a quello di Perugia, in seguito il Tribunale Militare Tedesco lo condannò a morte.
La notte precedente la fucilazione Mario era in fin di vita per via delle numerose ferite riportate in combattimento, gli venne quindi praticata una trasfusione per poter arrivare vivo fino al giorno dopo per essere fucilato dai tedeschi. Quando Mario capì che la sua fine era arrivata scrisse una lettera ai suoi cari:
"Mamma, papà, fratelli, sono terribilmente addolorato per non avervi potuto rivedere. Perdonatemi se vi ho procurato qualche dispiacere. Vi ho voluto tanto bene. Perdonatemi questo ultimo male ed inviatemi la Vostra Santa Benedizione. Muoio con la sicurezza di non aver mai fatto male a nessuno. Pregate per me.
Per sempre vostro
Mario"

Il 17 marzo 1944 Grecchi venne portato al Poligono di Tiro da due soldati e fucilato.

Il 1° ottobre 1945 la giunta del Comune di Perugia deliberò la costruzione nel civico cimitero di una tomba dove verranno poi collocati i resti dell’eroico Mario Grecchi.

Sulla sua tomba è riportata l’epigrafe “Partigiano Medaglia d’Oro”, e al suo interno era stato posto il palo al quale venne legato prima di essere fucilato.
Il Comune ha stabilito inoltre che venisse posta a suo ricordo la luce perpetua.
Una lapide in suo onore è stata apposta sia nel luogo dove viveva con la famiglia, in via dell’Aquilone, sia presso il vecchio Policlinico di Perugia oggi demolito.

Nel 2013 la lapide è stata trasferita nel nuovo ospedale di Sant’Andrea delle Fratte.



Bibliografia:
Storie eroiche di gente comune, una ricerca per ricordare, Comune di Perugia, 2013
foto: http://www.latramontanaperugia.it/articolo.asp?id=4820